Il 15 marzo a Bangalore il team Space4Life formato da tre studenti napoletani – Mattia Barbarossa (16 anni), Altea Nemolato (18 anni) e Dario Pisanti (22 anni) – ha vinto la competizione mondiale Lab2Moon. Il loro esperimento, “Radio-Shield”, che intende verificare la capacità dei cianobatteri di assorbire le radiazioni spaziali,, estremamente pericolose per gli esseri viventi, volerà il 28 dicembre verso la Luna, a bordo della sonda realizzata da Team Indus, la compagnia aerospaziale indiana tra le cinque finaliste del Google Lunar X Prize, che premierà con 30 milioni di dollari le prime tre imprese private in grado di far atterrare sulla Luna un rover funzionante.

Li ho conosciuti attraverso Rino Russo, il direttore del Center for Near Space (CNS), centro di ricerca sul futuro umano nello spazio dell’Italian Institute for the Future, di cui sono presidente. Dario, laureando di ingegneria aerospaziale alla Federico II di Napoli, aveva conosciuto Rino durante la NASA Apps Challenge, la competizione promossa dalla NASA per premiare i migliori progetti spaziali di giovani studenti, e con il suo team “Sfogliatella to Mars” si era aggiudicato la vittoria della tappa napoletana del contest, per poi partecipare al concorso “Flor 2050” organizzato proprio dal CNS, diventando infine socio dell’IIF. Proprio al NASA Apps Challenge, Dario conosceva Mattia e Altea, che poco dopo hanno scelto di formare un team per partecipare al bando di Team Indus e proporre un esperimento da mandare sulla Luna. Unendo le loro competenze – Mattia è appassionato di astrofisica, Altea di biologia, Dario di ingegneria – sono riusciti, con appena 400 euro messi di tasca propria, a produrre un esperimento delle dimensioni di una lattina, al cui interno è presente una colonia di cianobatteri e una serie di rilevatori di radiazioni ionizzanti.

Selezionati prima nella short-list di 25 finalisti, poi in quella dei 15 chiamati a Bangalore per sottoporre il loro progetto alla verifica di una giuria internazionale, i ragazzi di Space4Life hanno vinto infine la competizione su oltre 3000 proposte di partenza. Appena rientrati a Napoli, con Rino e gli amici del CNS abbiamo organizzato una conferenza stampa venerdì 17 marzo al Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università Federico II, nel corso della quale ho personalmente conferito, su decisione del Consiglio direttivo dell’IIF, la membership onoraria ai tre “ragazzi della Luna”.

Nei prossimi mesi dovranno realizzare la versione definitiva dell’esperimento, validarla in stretto contatto col Team Indus per ottenere il via libera all’assemblaggio sul rover, e infine attendere il lancio il 28 dicembre, con allunaggio previsto per fine gennaio 2018. Se tutto andrà bene, avranno il privilegio di essere i primi italiani ed europei a portare un loro esperimento sulla superficie della Luna.

Come istituto che si occupa di studiare e promuovere futuri migliori per la nostra società, non potevamo esimerci dal sostenere in tutti i modi questi ragazzi e dar loro un piccolo segno dalla nostra gratitudine per averci insegnato ancora una volta l’importanza di perseverare nei propri sogni e nelle proprie passioni se si vuole davvero cambiare il domani.

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